L’insider trading è una pratica illegale che consiste nell’utilizzo di informazioni riservate, non di dominio pubblico, per fare investimenti o per raccomandarli a terzi.
Oltre ad essere illegale in Italia, lo è anche in quasi tutte le nazioni del mondo che hanno una legislazione in materia di finanza.
Su MigliorBrokerForex.net, essendo molto attenti alla trasparenza nei confronti degli investitori, non poteva mancare una guida all’insider trading.
Vedremo nel dettaglio che cosa sia, come sia normato in Italia e quali siano le conseguenze per chi commette questo reato.
Bisogna ricordare che chi si trova in Italia, di fronte al reato di insider trading, sarà sempre e comunque giudicato secondo le normative italiane.
Non ha importanza, dunque, se le operazioni vengono svolte su un broker regolamentato all’estero e soltanto autorizzato ad operare in Italia dalla Consob, come Plus500 (trovi il sito ufficiale qui).
Insider trading: cosa dice la legge
La normativa di riferimento è il Testo Unico della Finanza (TUF), entrato in vigore in Italia nel 1998.
Questo quadro di riferimento contiene tutte le linee guida più generiche, ma una parte importante della normativa complessiva si ritrova nei singoli regolamenti.
In ogni caso, la legge ci dà un’idea molto chiara di che cosa si intenda per insider trading.
Questo reato si verifica ogni volta che qualcuno, utilizzando delle informazioni private, opera sugli strumenti finanziari coinvolti utilizzando il vantaggio della sua asimmetria informativa.
Normalmente questo non succede, perché le informazioni sulle aziende sono di pubblico dominio.
Se tu volessi avere il bilancio di una qualunque società di capitali, potresti facilmente ottenerlo dalla Camera di Commercio locale oppure sul sito di questa istituzione.
Lo stesso vale per i cambiamenti nel consiglio di amministrazione, la nomina degli amministratori, il lancio di Offerte Pubbliche d’Acquisto (OPA) e così via.
Se una persona viene a conoscenza di uno di questi importanti eventi della storia di un’azienda, ma questo non è ancora di pubblico dominio, questa persona non può sfruttare le informazioni ottenute a suo vantaggio sui mercati finanziari.
In questo modo vengono tutelate la trasparenza degli scambi di strumenti finanziari e la posizione degli investitori che non hanno ancora ricevuto la notizia.
Se così non fosse, i manager delle aziende sarebbero soggetti a continui tentativi di corruzione da parte di chi cerca di ottenere informazioni riservate.
Tipping e Tuyautage: due fattispecie da conoscere
Il TUF non parla soltanto di chi viene a conoscenza di informazioni riservate e le usa a suo stesso favore.
Quando ci sono di mezzo delle informazioni che non sono state ottenute nel normale esercizio professionale, esse vanno custodite anche nei confronti di terzi.
Non è possibile, ad esempio, riportare l’informazione riservata ad un’altra persona con l’obiettivo di aiutarla a trarne vantaggio.
Questo vale anche se l’informazione è concessa gratuitamente.
Quando qualcuno vende informazioni riservate ad un terzo per aiutarlo nei suoi investimenti compie il reato di insider trading, in una sua fattispecie nota come tipping.
Abbiamo anche un’altra fattispecie di questo tipo.
Una persona non può, infatti, suggerire ad un’altra di investire perché ha ricevuto una soffiata, nemmeno se facendolo non rivela quale sia l’informazione riservata.
In questo caso parliamo di tuyoautage, un’altra forma di insider trading.
Cosa si rischia con l’insider trading
Come tutti i reati, anche l’insider trading prevede delle pene. Pene che sono anche piuttosto severe, per la verità.
Prima di tutto, bisogna sapere che l’ente predisposto a giudicare i casi di insider trading è la Consob.
L’autorità garante per la trasparenza di mercato, non è una sorpresa, è la stessa che si occupa di autorizzare i broker come Plus500 (scopri di più sul sito) ad operare in Italia.
Quando qualcuno viene giudicato colpevole di insider trading dovrà scontare una reclusione compresa tra 1 e 6 anni.
La multa parte da 20.000 euro per arrivare fino ai 3 milioni, ma il giudice ha molto potere di decisionale in merito.
Nel caso in cui la pena non risultasse adeguata al vantaggio ottenuto con l’operazione di insider trading, infatti, il giudice potrà aumentare la sanzione fino a 10 volte il profitto ottenuto.
Questo è quanto concerne il vero e proprio colpevole di insider trading, anche nel caso di tipping o di tuyautage.
Chi riceve le informazioni riservate, invece, non è considerato responsabile a livello penale: si tratta di un semplice illecito amministrativo.
In questo caso la sanzione va da 20.000 euro a 3 milioni, senza ovviamente la reclusione.
Insider trading e aggiotaggio: le differenze e le analogie
L’aggiotaggio è un altro tipico reato finanziario, che non devi confondere con l’insider trading.
Ci sono casi di persone che sono state condannate, comunque, per aver commesso entrambi i reati nello stesso contesto.
L’aggiotaggio consiste nell‘influenzare volontariamente i prezzi di un asset facendo degli investimenti importanti, che causano un’alterazione della normale domanda e offerta di mercato.
Succede molto spesso nel trading di Bitcoin, dato che in questo caso si può rimanere anonimi, ma è successo anche con azioni di molte società e persino con delle valute nazionali.
I due reati possono essere commessi nello stesso momento se, dopo aver ricevuto un’informazione riservata, l’investitore piazza sul mercato una posizione così grande da manipolare il prezzo di un asset.
Casi più famosi di insider trading
Indagare sui casi di insider trading non è facile. D’altronde una soffiata in un bar, senza una traccia scritta, è quasi impossibile da provare.
Eppure ci sono stati casi celebri in tutto il mondo di condanne arrivate per aver commesso questo reato.
Qui riportiamo alcune delle vicende più famose:
Albert Wiggin – Nel 1929 la Chase National Bank era una grande banca americana, ed Albert Wiggin ne era a capo.
Non solo, ma sapeva bene che i continui rialzi del mercato azionario non erano altro che un fuoco fatuo; per questo, prima dello scoppio della crisi nell’ottobre del 1929, Wiggin vendette allo scoperto 40.000 azioni della sua stessa banca. La cosa divertente, però, è che tutto questo nel ’29 era legale.
R. Foster Winans – si tratta di un giornalista che scriveva un’importante rubrica del Wall Street Journal, in cui analizzava di settimana in settimana un’azione diversa.
Grazie alla crescente notorietà della rubrica, molto spesso dopo la sua pubblicazione il prezzo dell’azione protagonista saliva o scendeva vertiginosamente in base all’analisi di Winans.
Questo finché non fu condannato dalla SEC, la quale scoprì che le informazioni sulla rubrica della settimana successiva venivano vendute di Winans ad alcuni broker di sua fiducia.
Art Samberg – è il nome dell’ex amministratore delegato del fondo Pequot Capital, che nel 2001 contattò via mail e ricevette informazioni riservate su Microsoft da uno dei maggiori manager dell’azienda.
Il profitto dell’operazione fu di 2,1 milioni di dollari, ma ne seguì una multa da 28 milioni. A metà 2009 la Pequot Capital ha chiuso i battenti.
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