Il cotone è una materia prima utilizzata da secoli nelle industrie tessili di tutto il mondo. Oltre ad essere una pianta molto utile per la produzione di tessuti, è anche interessante per chi fa trading online.
Tutti i principali broker autorizzati Consob, infatti, permettono di negoziare questa commodity sia a rialzo che a ribasso, grazie alle funzioni di acquisto e vendita allo scoperto le materie prime.
Se vuoi cogliere qualche buona opportunità di investimento sul cotone, però, non puoi basarti soltanto sui grafici. L’analisi tecnica, con le materie prime, è in grado di spiegare solo una piccola parte dei movimenti.
Quando si parla di investimenti in cotone è davvero importante avere dei fondamenti sulla microeconomia di questa materia. Ed è proprio ciò di cui parleremo oggi, in questa guida.
Prima di iniziare la lettura, ti consigliamo di registrare un conto demo su eToro per avere accesso al grafico della commodity e poter provare a muovere le tue prime posizioni. Così potrai farlo senza rischi, usando solo denaro virtuale.
Le basi del trading di cotone
Cominciamo con alcuni concetti molto semplici, che magari ti sono già familiari se mastichi un pochino di microeconomia.
Tanto per cominciare, il prezzo del cotone è dettato dall’incontro tra domanda e offerta:
- Maggiore è il numero di persone che desidera acquistare cotone, più aumenta il prezzo;
- Maggiore è la quantità di cotone sul mercato, più si abbassa il prezzo.
Fino a qui niente di nuovo. Ma quali sono gli elementi che possono modificare la domanda e offerta di cotone? Ebbene, ce ne sono diversi.
Dalla politica sui dazi dei principali importatori ed esportatori, fino al clima e passando per l’andamento delle industrie tessili, dobbiamo tenere in considerazione molti elementi se vogliamo fare della analisi complete.
Fortunatamente c’è il modo per reperire tutti questi dati, bisogna soltanto sapere che cosa andare a cercare.
Alcuni broker particolarmente validi, come Plus500 (visita il sito ufficiale a questo indirizzo) ti aiutano anche a reperire queste informazioni grazie al calendario economico messo a disposizione degli utenti.
In ogni caso, per questioni di trasparenza sui mercati finanziari è d’obbligo che certe informazioni vengano rese pubbliche, in tempo reale, per tutti gli investitori in tutto il mondo.
Questo significa che, anche se per fare trading di cotone al meglio è necessario sfruttare le notizie, tutte quelle che possono servirti sono reperibili online.
A questo punto, quello che dobbiamo fare è tuffarci di testa dentro l’argomento ed analizzare tutte le variabili da considerare e le informazioni di cui tenere conto.
Cosa influenza la domanda di cotone
Da una parte della nostra bilancia immaginaria, come abbiamo accennato prima, dobbiamo sempre tenere la domanda di cotone espressa dal mercato.
Come puoi immaginare, il cotone è un bene richiesto in tutto il mondo. Indipendentemente da estrazione sociale e provenienza, tutti hanno almeno un capo di cotone nell’armadio.
Per questo la domanda è un fattore relativamente stabile, che varia meno dell’offerta. Tuttavia ci sono delle variabili di cui tenere conto, ed è bene iniziare a farne la conoscenza.
Andamento del mercato dei beni non-durevoli
Le principali metriche di un’economia sono sempre oggetto di studi statistici.
Le statistiche sono un modo molto interessante per andare a fondo nei mercati, e per trovare dei dati che possono realmente essere convertiti in predizioni di trading sul cotone.
Le statistiche vanno a registrare un po’di tutto, da dati macroscopici come il PIL fino all’aspettativa di educazione scolastica dei cittadini di una nazione. E parliamo sempre di report disponibili gratis per tutti, in tutto il mondo.
Una di queste statistiche ci interessa particolarmente per il trading del cotone: gli ordinativi di beni non-durevoli.
In generale, vengono considerati “beni non-durevoli” quelli con una vita utile inferiore a 3 anni.
É opinabile il fatto che una maglietta di cotone possa durare più o meno di tre anni, ma sta di fatto che nelle statistiche sugli ordini industriali il vestiario viene considerato un bene non-durevole.
Quando gli ordinativi di beni non-durevoli aumentano, significa che aumenta la domanda per beni come:
- Beni alimentari;
- Vestiario, tra cui ciò che viene realizzato con il cotone;
- Prodotti di largo consumo (detersivi, sapone, shampoo, ecc.)
- Tabacco;
- Ecc.
Questa statistica, di cui puoi trovare la serie storica sul calendario economico di Plus500 (vai al sito del broker di Plus500 qui) è emessa da tutti i principali istituti nazionali di statistica.
Puoi trovare il dato relativo agli USA, all’Europa, alla Russia, alla Cina e così via; alcune nazioni aggiornano la rilevazione su base mensile, altre su base trimestrale.
In generale, quando questo dato aumenta è un segno rialzista per il cotone. Viceversa, quando diminuisce -specie nelle economie più grandi- genera un segnale ribassista.
Politica sui dazi
La politica sui dazi è un altro elemento molto importante.
Se segui un pochino le notizie di economia, ti sarai probabilmente accorto che negli ultimi tempi i dazi sono stati al centro di una grande disputa tra Stati Uniti e Cina.
Il motivo per cui i dazi doganali di importazione sono importanti per il cotone è molto semplice:
- Quando le merci sono libere di circolare, le nazioni produttrici di cotone possono facilmente esportare il prodotto grezzo verso le nazioni manufatturiere. Questo rende fluido il processo produttivo e favorisce l’aumento della domanda;
- Quando entrano in gioco dei dazi, il prodotto finito va a costare di più senza che ci sia un maggiore ricavo delle aziende produttrici. Una parte del valore della filiera va all’erario, facendo diminuire i consumi ed abbassando il prezzo del cotone.
Ovviamente non tutti i rapporti commerciali pesano nello stesso modo.
Nel caso del cotone, bisogna osservare soprattutto gli eventuali dazi imposti tra nazioni importatrici ed esportatrici.
Le nazioni importatrici più importanti, per volume di cotone grezzo, sono:
- Cina
- Bangladesh
- Turchia
- Vientam
- Indonesia
Mentre le esportatrici di prodotto grezzo sono soprattutto:
- Stati Uniti
- Brasile
- India
- Benin
- Grecia
Con gli Stati Uniti nettamente davanti a tutti gli altri esportatori.
Ecco perché i dazi tra Cina e USA hanno colpito duramente il mercato del cotone, in netto calo per tutto il 2019.
Ti consigliamo di fare sempre trading con un broker che ti aggiorni in tempo reale sulle notizie dai mercati finanziari, specialmente quando ci sono nuovi dazi imposti o minacciati tra nazioni “protagoniste” del mercato del cotone.
Uno dei broker più efficaci, da questo punto di vista, è nuovamente eToro (visita il sito ufficiale cliccando qui).
Tassi di cambio
Magari può sembrare strano, ma il Forex gioca un ruolo molto importante nel mercato del cotone.
Ancora una volta, quando si palesa il motivo diventa evidente.
Tutto si basa sul cambio tra le valute delle nazioni esportatrici di materia prima (es. il dollaro americano) e le valute delle nazioni importatrici (es. lo yuan cinese).
Quando la valuta dell’esportatore diventa più debole, per l’importatore è più facile acquistare cotone e quindi la domanda aumenta.
Nel momento in cui la domanda aumenta, il prezzo del cotone riflette questo andamento ed aumenta a sua volta.
Lo stesso è vero anche al contrario: quando la valuta dell’esportatore aumenta la sua forza, gli importatori diminuiscono la loro domanda di mercato ed il prezzo del cotone si abbassa di conseguenza.
Su MigliorBrokerForex.net trovi diverse guide utili per anticipare e comprendere l’andamento dei tassi di cambio. Ad esempio, puoi leggere la nostra guida alle migliori strategie Forex.
Un altro modo interessante per prevedere l’andamento del mercato delle valute è confrontarti con altri trader, ad esempio utilizzando il social trading di eToro (scoprilo sul sito ufficiale del broker).
Elementi che influenzano l’offerta
Alcuni degli elementi che abbiamo menzionato fino ad ora possono anche influenzare l’offerta di cotone. Ad esempio, in seguito ad un aumento dei dazi i produttori potrebbero decidere di ridurre la produzione.
Ci sono però dei fattori che influenzano in modo molto diretto l’offerta, ed è importante parlarne.
Questi fattori sono anche più importanti di quelli che influenzano la domanda, se parliamo di impatto di breve e medio termine sui prezzi del cotone e tralasciamo il lungo termine.
Ecco, dunque, una spiegazione completa di tutto quello con cui dobbiamo fare i conti prima di aprire le nostre posizioni.
Molti elementi sono un’applicazione pratica delle linee guida generali sul trading di commodities, altri sono specificamente inerenti al cotone.
Andamento del clima
Il cotone è una pianta, e come ogni pianta cresce soltanto in alcune condizioni meteorologiche. Per questo, il clima rappresenta la singola variabile più importante per i trader di cotone.
Come abbiamo visto, cinque paesi capitanati dagli Stati Uniti sono responsabili per quasi l’80% del cotone esportato nel mondo.
In ognuno di questi paesi, specie negli USA, un clima insolito può avere risvolti molto rilevanti sul prezzo del cotone.
Gli scenari possibili sono fondamentalmente tre:
- Clima favorevole – Il prezzo del cotone diminuisce, perché il clima favorisce i produttori che mettono di conseguenza più merce sul mercato;
- Siccità o eccessive precipitazioni – Il prezzo del cotone aumenta rapidamente, perché si prevede un’offerta minore fino al raccolto dell’anno successivo;
- Clima normale – Il prezzo del cotone non risente dell’andamento del clima ed oscilla per lo più in relazione alle altre variabili.
Anche in questo caso, avere accesso alle informazioni giuste in tempo è importante.
Per questo, dobbiamo nuovamente esprimerci a favore di Plus500 (leggi la nostra recensione completa) e del suo sistema di avvisi.
I trader possono gratuitamente approfittare di un servizio messo a disposizione dal broker, che permette di ricevere immediatamente una notifica sul telefono quando ci sono notizie rilevanti dai mercati.
Ogni investitore può liberamente decidere quali strumenti seguire, e ricevere notifiche personalizzate in base ai suoi interessi.
Costo dei fattori produttivi
Dal momento in cui il cotone è una commodity quotata in Borsa, tutto il mondo ha uno stesso riferimento comune del suo prezzo.
Questo significa che, al di là del paese di provenienza, il cotone viene venduto grossomodo ovunque in cambio della stessa quantità di denaro.
Non in tutti i posti, però, la produzione di cotone ha lo stesso costo:
- In alcune nazioni sviluppate, come gli Stati Uniti, la terra ed il lavoro costano molto ma le aziende agricole sfruttano economie di scala e alta automazione;
- In alcune nazioni sottosviluppate, come il Benin, si sfrutta il basso costo del terreno e dei lavoratori a discapito dell’automazione.
Nazioni diverse, mix diverso di fattori produttivi del cotone. Ed ognuno di questi fattori produttivi ha un prezzo, che determina la competitività dei produttori locali.
Se negli Stati Uniti il prezzo del carburante aumenta, diventa più costoso operare le imponenti macchine agricole che vengono impiegate nella produzione del cotone.
Allo stesso modo, la produzione di cotone in Benin sarà soggetta ad oscillazioni derivanti dal diverso costo dei terreni e della manodopera nel corso del tempo.
Come accade in tutti i settori legati alla produzione di materie prime, può succedere che ad un certo punto una nazione non sia più competitiva con i suoi prezzi di produzione.
La produzione viene momentaneamente sospesa, e ripresa quando il prezzo del cotone è tornato ad aumentare.
Allo stesso modo, i fattori produttivi locali potrebbero venire a costare meno; questo spingerebbe i produttori a piantare e raccogliere più cotone, aumentando l’offerta sul mercato.
Con eToro (scopri il servizio di social trading in questo video) puoi assicurarti di avere sempre sotto controllo il prezzo dei principali carburanti, e trader da tutto il mondo con cui confrontarti per conoscere le variazioni di prezzo dei fattori produttivi del cotone.
Ti consigliamo di sfruttare le sue funzionalità di social trading per mantenerti aggiornato e riuscire meglio a prevedere l’andamento dei prezzi del cotone.
Andamento dei beni agricoli alternativi
Un produttore di cotone può sempre decidere, terminato il raccolto, di riconvertire la sua produzione in quella di un’altra specie vegetale.
Negli Stati Uniti è molto difficile prendere una decisione di questo tipo, dal momento in cui la produzione di cotone si basa si impianti automatizzati che richiedono molto capitale per la riconversione.
Salvo che per il cotone non si preveda un grande ribasso di lungo termine, i produttori americani continuano a produrlo a prescindere dall’andamento dei prezzi.
Tutti gli altri principali produttori di cotone, però, sono paesi a basso costo della manodopera che sfruttano sistemi artigianali di coltivazione.
In questi casi, riconvertire la produzione anche di anno in anno è piuttosto semplice.
Quando il prezzo del cotone è sufficientemente alto, gli agricoltori continuano a piantare cotone nei propri campi per cogliere le buone opportunità offerte dal mercato.
Quando il prezzo del cotone scende, però, diventa più difficile riuscire a rientrare dei costi di produzione; se il valore di altri asset agricoli lo giustifica, una parte dei coltivatori produrrà beni diversi dal cotone.
Previsioni sull’andamento del cotone
Veniamo alle previsioni, uno degli argomenti sicuramente più interessanti per i trader.
Come sempre, dobbiamo sottolineare che le nostre opinioni sono il frutto di uno studio dei dati attuali, quelli di cui disponiamo alla data di scrittura o revisione dell’articolo.
In futuro le condizioni del mercato potrebbero cambiare, ed in generale alcuni elementi -specie i fattori climatici- possono facilmente ribaltarsi nell’arco di poco tempo.
Il 2020 ha tutti i presupposti per rivelarsi l’anno dei rialzi per il cotone.
Questa previsione è dovuta ad una serie di fattori, tra cui:
- La consapevolezza che, presto o tardi, USA e Cina dovranno scendere ad un dialogo e fare in modo che i loro rapporti commerciali siano definiti una volta per tutti;
- Visto il basso livello attuale dei prezzi, si stima che 1,2 milioni di ettari di terreno coltivato a cotone saranno riconvertiti in altre coltivazioni più profittevoli;
- Una crescente instabilità del clima americano rischia di colpire le coltivazioni di cotone, portando ad un raccolto inferiore al normale.
Molti analisti sono concordi con questa previsione, anche se un rialzo consistente dei prezzi è atteso soltanto nella seconda parte del 2020.
Per il momento, la cosa migliore è riuscire a sfruttare il trend ribassista di lungo termine in atto.
Questo trend sta offrendo a molti trader la possibilità di attendere i ritracciamenti di prezzo, per vendere allo scoperto ed aspettare che il prezzo faccia segnare nuovi minimi.
Puoi facilmente testare questa strategia di trading senza rischi, aprendo un conto demo su eToro (registrati da qui in un minuto) e attendere di capire se possa essere una buona scelta per te da replicare poi su un conto reale.
Conclusioni
In conclusione, non possiamo che notare come il cotone sia uno degli asset più interessanti nel mercato delle materie prime in questo momento.
I suoi trend ben definiti, che durano per lungo tempo, sono utili per i trader. Inoltre, grazie alla facilità nel reperire informazioni, anche gli investitori privati non sono tagliati fuori dal flusso di notizie da conoscere.
In un primo momento può rivelarsi un pochino difficile fare trading su questo asset. Le materie prime sono diverse da tutti gli altri asset, quindi ci vuole un po’di tempo per abituarsi.
Una volta presa la mano, però, si aprono delle strade molto interessanti. D’altronde quello del cotone è un mercato secolare, che continuerà ad esistere ancora per molto tempo.
Per sfruttare le occasioni di trading su questo asset, ti consigliamo di utilizzare i due broker che abbiamo menzionato maggiormente nel corso della guida.
Questi due servizi, oltre ad offrirti commissioni molto basse, hanno anche un adeguato profilo di informazione del cliente che ti aiuta a rimanere sempre al passo con il mercato.
A nostro avviso, sono i due brand che più di tutti gli altri si dimostrano efficaci nel trading di questa commodity.